Indice
- 1 BAIL-IN – Wall Strett ci guadagna e la Germania vuole che l’Italia ceda la sua sovranità
- 1.1 Evita di correre rischi e fare la fine dei correntisti di MPS e Popolare di Vicenza e Banca Etruria, spostati subito in uno stato come la Serbia dove il rischio BAIL IN è inesistente.
- 1.2 L’unica via d’uscita possibile sarà la distruzione dell’Euro e del sistema Monetario Unico?Questo noi non lo sappiamo! Ma quello che è certo che il BAIL IN è inevitabile se possiedi conti ed azioni in zona UE.
- 1.3 Evita di correre rischi e fare la fine dei correntisti di MPS e Popolare di Vicenza e Banca Etruria, spostati subito in uno stato come la Serbia dove il rischio BAIL IN è inesistente.
BAIL-IN – Wall Strett ci guadagna e la Germania vuole che l’Italia ceda la sua sovranità
Nonostante il ministro Padoan qualche settimana fa abbia rassicurato mercati e risparmiatori, il timore del BAIL-IN ai danni dei risparmiatori e dei correntisti resta.
Comunque non è la prima volta che un governo mette le mani nelle tasche degli italiani, senza avvisarli. Ventiquattro anni fa l’esecutivo presieduto da Giuliano Amato eseguì uno scippo magistrale per l’epoca, fece il primo “Prelievo Forzoso” ai danni dei correntisti Italiani con la consueta collaborazione delle banche, togliendo il 6 per mille da tutti i conti di deposito detenuti negli istituti bancari.
Chiariamo, il Bail in, ovvero il meccanismo attuale studiato dall’Unione europea per far pagare ai correntisti i disastri di politici e dei banchieri nostrani e d’oltralpe, non è un prelievo forzoso sui conti, ma alla fine il risultato è sempre lo stesso: un furto in piena regola ai danni dei correntisti e azionisti delle banche.
Evita di correre rischi e fare la fine dei correntisti di MPS e Popolare di Vicenza e Banca Etruria, spostati subito in uno stato come la Serbia dove il rischio BAIL IN è inesistente.
La norma Europea infatti prevede che tutto quello che c’è sopra i 100 mila euro nel conto di ogni Italiano possa servire a pagare i buchi dei bilanci della banca in default.
Il governo, avvisa tutti e informa gli italiani, mettendo le mani avanti per giustificare il suo operato presente e (soprattutto) futuro: non si sfugge alla criminale direttiva europea, forse si può ritardarne l’effetto ma la conseguenza sarà sempre la stessa, un furto legalizzato in piena regola.
Proprio come nel 1992, ai tempi di Mani pulite, l’inchiesta che costituì lo spartiacque della storia d’Italia tra le due repubbliche.
L’attacco della speculazione internazionale alla lira, allora imbrigliata nel meccanismo del Serpente monetario, spinse il dottor Sottile Giuliano Amato a mettere di notte le mani nei risparmi degli italiani, senza nemmeno avvisarli.
I cittadini furono costretti a pagare, senza potersi nemmeno opporre a questo Furto, le scelte di politica economica miope.
I tecnici allora non lo chiamarono furto ai danni degli Italiani ma “imposta straordinaria sulle rendite finanziarie” e fu disposta dal consiglio dei ministri.
Fu un’autentica patrimoniale sulla liquidità che colpì l’ammontare dei depositi bancari, di quelli postali e dei certificati di deposito presso istituti a medio termine. Non furono toccati invece i Bot, CCt e Btp in mano alle famiglie e alle imprese, e nemmeno le azioni (come accade oggi con il BAIL IN).
La sottrazione in percentuale: il sei per mille del totale posseduto dagli italiani alla fine portò nelle casse del Tesoro circa 5.600 miliardi di vecchie lire su una massa monetaria di circa 950 mila miliardi (circa 800 mila in mano alle famiglie).
Uno Furto in piena regola, per di più aggravato dalla destrezza, in quanto compiuto fulmineamente nella notte tra il 9 e il 10 luglio, che i magistrati non riuscirono neanche a colpire.
Fu’ un’operazione ben architettata e premeditata, in quanto nei mesi precedenti il governo aveva fatto finta di voler colpire Bot e Cct, tanto che molti se ne erano liberati, vendendoli e restando con i portafogli gonfi di liquidità.
Alle banche bastò fotografare la situazione dei conti correnti e dei libretti postali del 9 luglio per applicare l’aliquota del sei per mille e versare il maltolto nella casse del governo.
Oggi si guarda a quell’operazione con timore, anche perché Renzi e Padoan hanno dimostrato di non avere alcuno scrupolo nel metter le mani nelle tasche dei cittadini, soprattutto del ceto medio e di infischiarsene, se necessario, di regole e sentenze della Corte costituzionale.
La ragion di Stato, il “c’è lo chiede l’Europa” deve prevalere.
La Germania d’altronde ha infranto nuovamente i sogni di gloria di Matteo Renzi.
E lo ha fatto come le riesce meglio: in un intervista al Corriere del presidente della Bundesbank e braccio destro di Angela Merkel, Jens Weidmann.
«L’Unione monetaria è a un bivio: o si cede più sovranità a Bruxelles o si accettano le procedure di default», ha dichiarato il più fiero avversario di Mario Draghi nel board della BCE.
Questo significa riassumendo che : l’Italia non può immaginare di derogare alle regole del bail in senza passare sotto le forche caudine di un «commissariamento» da parte dell’Ue.
Non sono parole a caso: una soluzione alternativa alla quale Palazzo Chigi starebbe lavorando sarebbe una sorta di intervento del Fondo salva-Stati (Esm) nella risoluzione della crisi bancaria italiana.
Per l’Italia questa operazione sarebbe la soluzione ottimale in quanto lo Stato non ha risorse (l’Ufficio parlamentare di bilancio ha addirittura bocciato l’anticipo pensionistico che potrebbe costare al massimo un miliardo).
Inoltre mettere in piedi Atlante 2 per comprare parte degli Npl di Monte Paschi si sta rivelando una fatica non da poco, perché la maggior parte delle casse previdenziali (tra cui Inarcasa, Enasarco, Cassa Forense) ha risposto negativamente alla chiamata del governo.
Tra l’altro, il rating di Mps è stato posto sotto osservazione da Fitch in attesa degli esiti del piano di salvataggio.
L’Esm, invece, è stato già usato per risolvere le crisi bancarie in Spagna, in Grecia e a Cipro.
In tutti e tre questi casi, però, è stato applicato una sorta di bail in: ai bond subordinati ad Atene (solo istituzionali) e a Madrid e addirittura ai ricchi conti correnti degli oligarchi russi a Nicosia.
Banche: come tutti sanno la BCE ha fatto lo stress test sulle banche europee e italiane e, guarda caso, Montepaschi è risultata quella a rischio fallimento.
Lo stress test è una simulazione a computer sulla finanza bancaria al verificarsi di uno scenario avverso. Peccato che nessuno abbia mai detto quale sarebbe questo “scenario avverso”.
Pare che i cittadini non ne debbano essere informati, ma solo i funzionari della BCE.
Tutti i media mondiali hanno parlato di Montepaschi, da CNN a Bloomberg etc, generando un clima mediatico da disastro per il settore bancario.
Il Governo ha offerto rassicurazioni su “soluzioni di mercato” per MPS e ovviamente, nessuno gli ha creduto.
Si è parlato di un eventuale Fondo Atlante 2, ma bisogna vedere chi ci mette i soldi. Un intervento esterno di ricapitalizzazione da terzi comporta il “bail in” per le sofferenze, la distruzione della Fondazione MPS e della rete di gestione “politica”.
Chi dovesse arrivare dirà: oggi comandiamo noi.
Una soluzione sarebbe, come apparso su altri giornali, l’intervento dello Stato che compra “obbligazioni privilegiate”, tipo i Tremonti Bonds, soldi che dovrebbero essere poi restituiti nel tempo, come già fatto negli USA con il programma TARP nel 2009. Ma bisogna vedere cosa dice Bruxelles. Senza di questa, sarebbe già cosa fatta e tutti a posto.
Tutti si rendono conto che il rischio di “bail in” e di azzeramento delle obbligazioni subordinate è sempre presente. L’idea del “bail-in” (far pagare i debiti bancari ad azionisti, obbligazionisti e correntisti) nacque dalle idee del Fondo Monetario Internazionale e della BCE, che “i ricchi devono pagare”, anche se fra questi vi sono i Fondi pensionistici.
In Italia, le azioni ed obbligazioni non sono sottoscritte da grandi gruppi finanziari, bensì da famiglie e individui singoli. I politici, per anni, hanno rifiutato di rendersi conto della crisi. Ora, la minaccia del bail-in significa che la classe media sarebbe massacrata senza pietà, come successo con:
- Banca Etruria
- Popolare di Vicenza
- Veneto
Dopo queste tre, anche MPS genera una miscela politica esplosiva per i piccoli risparmiatori ed i correntisti che, o subiscono e si fanno massacrare, oppure possono anche reagire politicamente.
L’Italia non ha mai ripulito le sue banche, anche perché i banchieri hanno raccontato e fatto carte false con il Governo e la BCE dicendo sia a Berlusconi, sia a Monti e Letta (tutti uomini delle Banche) che tutto era a posto ed erano solide.
Il sistema bancario italiano è gravato da 360 Miliardi $ di “non performing loans”, crediti deteriorati, cioè il 18% di tutti i crediti bancari in Italia (i dati sono in Dollari perché provengono da newsletter dagli USA, quindi sono credibili).
Il rischio che si vede in Europa, innescato dall’Italia, è di un’ ulteriore pressione di deflazione per il collasso della capitalizzazione del sistema finanziario Europeo. Ne segue un collasso della capitalizzazione dell’Economia reale.
Se vi fosse ancora la Lira, vi sarebbe una forte svalutazione della moneta italiana, che bilancerebbe la situazione e l’Italia si salverebbe dal Default; invece con l’Euro, non svalutabile, questa pressione diventa un contagio che si diffonderà in Europa.
Questo problema non potrà essere risolto dalla BCE e la combinazione di questi eventi genererà una crisi ancora più grande.
L’unica via d’uscita possibile sarà la distruzione dell’Euro e del sistema Monetario Unico?Questo noi non lo sappiamo! Ma quello che è certo che il BAIL IN è inevitabile se possiedi conti ed azioni in zona UE.
Evita di correre rischi e fare la fine dei correntisti di MPS e Popolare di Vicenza e Banca Etruria, spostati subito in uno stato come la Serbia dove il rischio BAIL IN è inesistente.