Per decenni, la Serbia ha intrattenuto intense relazioni con le principali economie occidentali.
Ai primi posti dell’elenco delle grandi aziende con cui ha mantenuto legami solidi ci sono nomi quali Siemens, Alcatel-Lucent, General Motors, Fiat, Ikea.
Durante gli anni di collaborazione, i lavoratori serbi hanno ricevuto un ‘know-how’ specifico ed hanno adottato delle tecnologie avanzate ed un rigoroso standard del controllo qualità.
Avendo una vasta esperienza nella produzione e nella gestione, il personale locale richiede solo un minimo di formazione per adottare tecnologie e processi di assemblaggio di ultima generazione. Le università e le facoltà serbe formano all’incirca 47.500 laureati ogni anno, un terzo dei quali proviene dalle università di business and administration ed un altro terzo da quelle tecniche.
Le istituzioni migliori in questo campo, come la Scuola di Ingegneria Elettrica o la Scuola di Ingegneria Meccanica di Belgrado e l’Università Tecnica di Novi Sad, sono riconosciute a livello internazionale per la loro competenza.
La formazione tecnica di alta qualità è per la maggior parte basata sulle scuole elementari e superiori, le quali offrono un curriculum più avanzato nel campo delle scienze tecniche rispetto alla maggior parte dei Paesi dell’Europa centro-orientale.
In Serbia la formazione nel management è offerta tramite lauree congiunte e corsi post laurea organizzati dalle università locali e dalle rinomate business school occidentali, come la francese HEC, e le scuole inglesi – Sheffield University e Heriot-Watt University.
Esiste inoltre un numero crescente di scuole internazionali elementari e medie che offrono programmi in inglese, tedesco, francese e russo e tengono esami riconosciuti a livello internazionale.
L’assunzione di neolaureati e laureandi è semplice se consideriamo l’elevato tasso di disoccupazione, in particolare per quanto riguarda i giovani sotto i 30 anni (quasi il 50%), molti dei quali desiderano lavorare per imprese internazionali.
I lavoratori serbi hanno una forte etica del lavoro e la demografia è un fattore favorevole per le imprese straniere: un patrimonio di persone ambiziose e formate accoppiato ad un alto tasso di disoccupazione mantiene le aspettative dei salari a livelli competitivi.
Il tasso di disoccupazione è pari al 22%, mentre la percentuale di coloro che con un diploma o una laurea sono alla ricerca di un lavoro si attesta al 15%.
Il numero di ingegneri e manager è sufficiente a soddisfare la domanda crescente delle aziende internazionali in Serbia.
Il lavoro autonomo sta crescendo del 70% all’anno nel Paese, in particolare per quanto riguarda le industrie creative, di sviluppo software, ecc.
Le nuove norme sul lavoro (la Legge sul lavoro è entrata in vigore a luglio) sono state varate a favore dei datori di lavoro, ed incentivano le assunzioni e la flessibilità. I dipendenti hanno diritto ad un maggior compenso per il lavoro notturno e gli straordinari (26%), ma non per i normali turni di lavoro.
Un contratto a tempo determinato può durare adesso fino a due anni, mentre le indennità di buonuscita sono pagate solamente in riferimento al periodo di lavoro intercorso con l’attuale datore di lavoro. La settimana lavorativa standard per un lavoro a tempo pieno consta di 40 ore lavorative, ma non può scendere sotto le 36 ore.
In generale, una settimana lavorativa è costituita da 5 giorni ma, nel caso ci sia bisogno di fare altri turni o degli straordinari, un datore di lavoro ha il diritto di specificare i giorni e le ore esatte di lavoro, a seconda delle necessità del processo produttivo.
Inoltre, se un processo produttivo lo permette, esiste la possibilità di orari di lavoro flessibili; ovvero di un orario flessibile di inizio ma di durata prestabilita.
In un anno, un dipendente ha diritto ad almeno 20 giorni lavorativi di ferie pagate, come stabilito dalla legge o dal contratto d’impiego. Questo diritto è acquisito dopo un solo mese di lavoro continuativo con il datore di lavoro attuale.
Il lavoro dopo le 10 di sera è considerato lavoro notturno.
Gli stipendi medi in Serbia sono sufficientemente bassi da assicurare operazioni con costi efficaci: nonostante siano leggermente superiori rispetto ai Paesi limitrofi come la Bulgaria, i costi totali per i datori di lavoro sono solo il 60% del livello dei costi nei Paesi CEE.
I contributi per la previdenza sociale e le tasse sugli stipendi arrivano all’incirca al 62% della retribuzione netta, ma il carico fiscale per i datori di lavoro può essere in gran parte ridotto attraverso una varietà di incentivi economici e fiscali per le nuove assunzioni.
Come evidenziato dal Vienna Institute, lo stipendio medio lordo senza i contributi aziendali nei vari settori dell’economia era di circa 540 euro nei primi otto mesi del 2014; anche se in realtà il costo del lavoro varia a seconda dei singoli settori, delle città e dei livelli d’istruzione.
La proporzione fra i salari medi può arrivare ad essere di 5 a 1, a seconda del settore economico; mentre la variazione di salario per lo stesso lavoro in diverse regioni può essere considerevole.
I livelli complessivi di salario equivalenti in euro sono piuttosto stabili e variano solo di un paio di punti percentuali all’anno.
Lo stipendio minimo deve essere quello regolamentare determinato dal mutuo consenso tra il governo serbo, i sindacati e l’associazione dei datori di lavoro. Esso è poco più alto di un euro l’ora, vale a dire attorno ai 240 euro al mese.