Tra le banche coinvolte nello scandalo diamanti troviamo anche Unicredit e Intesa San Paolo.
A quanto pare i Diamanti fanno gola a tutti. Tra scandali per le Truffe sui diamanti che hanno incluso anche il noto cantante Vasco Rossi, ritroviamo ancora nuovamente tra gli attori di queste manovre spregiudicate il nomo gruppo Monte dei Paschi di Siena che si era già reso fautore di un Crack in passato quando ha rischiato il fallimento, al tempo si era già visto come truffavano gli azionisti.
I diamanti fanno gola a molti specialmente quando a molte banche si paventano interessi e commissioni dal 15% al 20%, diciamocelo queste commissioni sono possibili nel sistema Italiano solo se si frega la clientela.
In altri paesi commissioni così alte a favore della clientela sono possibili ma solo però grazie a speculazioni sui mercati di borsa e ad investimenti nel settore produttivo in grande fermento e sviluppo come in Serbia.
In Serbia il sistema dei consulenti finanziari è un pò diverso che in Italia, dove Banche come CARIGE e andata al collasso. Nella Repubblica di Serbia non si sente mai parlare di questo titpo di truffe al danno degli investitori per il semplice fatto che, il truffatore va in carcere molto rapidamente.
Ma ora facciamo un passo indietro, torniamo all’altra sera (19/02) quando erano ancora in corso i sequestri preventivi per oltre 700 milioni di euro a carico delle persone giuridiche ritenute responsabili della presunta maxitruffa sulla vendita di diamanti ai risparmiatori italiani attraverso i canali bancari.
I sequestri sono stati chiesti dal procuratore aggiunto di Milano Riccardo Targetti, dalla pm Grazia Colacicco e sono stati disposti dal Gip Natalia Imarisio ai danni della fallita Intermarket Diamond Business e della Diamond Private Investment, ma pure a carico degli istituti di credito che ne avevano favorito l’operatività: il Banco Bpm – Banca Aletti, UniCredit, Intesa San Paolo e Montepaschi.
Una forma di investimento sicura dicevano, al riparo dalle oscillazioni di mercato. E con rendimenti promessi che potevano raggiungere cifre considerevoli. Protagonisti i diamanti, uno dei “beni rifugio” per eccellenza. Numeri e caratteristiche da far ingolosire chiunque, nell’epoca dei tassi bassi. Peccato che i valori fossero gonfiati. Così come gonfiate erano le commissioni per le banche, che dall’affare hanno incassato lauti compensi. Facendo ricadere il costo sugli ignari risparmiatori.
L’inganno era sostenuto da quotazioni fasulle (pubblicate, capziosamente tramite inserzioni a pagamento, sulle pagine dei listini di mercato anche su vari quotidiani) e dalla complicità degli istituti di credito.
Nel mirino sono così finite Unicredit, Intesa SanPaolo, MontePaschi, Banco Bpm e Banca Aletti. Se in origine la rete degli sportelli era pensata come canale per la “semplice” diffusione del materiale pubblicitario relativo all’investimento, con il tempo consulenti e direttori di filiale hanno assunto ruoli da protagonista.
Arrivando a caldeggiare ai propri correntisti anche con insistenza gli acquisti, nonostante già dal 2017 un’indagine dell’Autorità per la concorrenza avesse accese un faro su pratiche giudicate scorrette, parlando di “informazioni ingannevoli e omissive diffuse attraverso il sito e il materiale promozionale”.
Oltre ai Vari Vasco Rossi, Federica Panicucci e Diana Bracco, sarebbero altre decine di migliaia i comuni risparmiatori finiti nella rete di queste pratiche.
I clienti raggirati hanno raccontato di essere stati “indotti in errore con il contributo determinante dei consulenti finanziari o dei direttori di filiali di cui si fidavano”.
Le banche cercano così di correre ai ripari: Mps: “Stiamo già rimborsando i danneggiati”, mentre Intesa ha già da qualche tempo avviato le pratiche per il riacquisto dei diamanti ai prezzi di vendita. Ma l’impressione è che i 700 milioni sequestrati potrebbero rappresentare solo la punta dell’iceberg del valore totale della truffa.
In mezzo ad un caos come quello che si è creato in Italia sia con Mps che con la banche venete che hanno lasciato i risparmiatori con il sedere a terra ed ora con i diamanti noi ti consigliamo di investire fuori dai confini nazionali in un paese come la Serbia dove se una persona ruba anche solo 3 euro viene preso e messo in carcere e buttano via la chiave. In Serbia i conti sono garantiti e tutte le società che operano sono sotto controllo dalla banca centrale per le loro attività sui mercati.