Il costo del lavoro e la qualità dello stesso è una delle principali voci a cui una azienda e un imprenditore come te dovrebbe fare attenzione prima di insediarsi all’estero.
Nella scelta di una eventuale nuova sede operativa, generalmente un investitore procede alla valutazione di un intero pacchetto dei servizi in cui è incluso anche il costo del lavoro.
In questo senso le aziende che internazionalizzano sono interessate alle maestranze che dovranno assumere dal punto di vista del miglior rapporto tra qualità e il costo del lavoro.
“Se consideri questo parametro come un parametro su cui fare affidamento per avere meno criticità produttive, allora la Serbia è il primo paese della regione balcanica che ti può dare traquillità in tal senso”
questo è quanto afferma l’Agenzia nazionale dello sviluppo della Repubblica di Serbia.
Alcuni giorni fa l’azienda austriaca “Efko” ha comunicato alle autorità di Vienna l’intenzione di trasferire parte delle sue operazione d’affari in Serbia, poiché l’assunzione dei lavoratori stagionali costa di più rispetto a quanto costa ai concorrenti tedeschi.
Il datore di lavoro austriaco cerca di ottenere come te e gli altri tutti i datori di lavoro, le condizioni per sé più favorevoli, gli operai serbi chiedono stipendi bassi e così se un’azienda assume in Serbia evita di pagare contributi in Austria che sono molto più alti e questo alla fine si traduce come un vantaggio competitivo e attira molti investitori.
Se si rivolge la domanda alle istituzioni statali, impegnate ogni anno ad attirare 2 miliardi di euro degli investimenti esteri, la risposta è chiaramente no, come spiega Aleksandar Miloradovic, consulente nell’Agenzia dello sviluppo della Serbia:
“i costi di lavoro sono importanti per gli investimenti che consentono assunzioni di gran numero delle persone e una produzione di massa. Però, ci sono molti investitori per cui questo non è il motivo principale”.
e prosegue :
“La forza di lavoro serba non è la più economica nella regione, neanche quando si compara con alcuni paesi europei quali Romania ma gli investitori non stanno cercando i lavoratori più economici, ma il miglior rapporto tra la qualità e il costo di lavoro.”
Aleksandar Miloradovic continua dicendo poi:
Noi promuoviamo le capacità tecniche dei nostri lavoratori, la conoscenza delle lingue e altre qualifiche.
Molti investitori dicono di non aver avuto bisogno di trasferire in Serbia nessuno, tranne il direttore, quando hannno aperto l’azienda in Serbia”
Secondo Miloradovic, prima di investire in un paese le aziende estere analizzano l’intero pacchetto dei servizi e le condizioni del paese in cui andranno ad operare quindi controllano:
- gli organi statali
- la stabilità politica nella regione
- gli obblighi fiscali
- la complessità delle procedure
- il livello di istruzione della forza di lavoro
“Oggi senza voler parlar male di nessuno la Serbia possiede la miglior offerta nella regione dell’Europa sudorientale.
Inoltre, la Serbia si trova al secondo posto dei paesi europei per i posti di lavoro creati da investimenti esteri. Segno questo che moltissime aziende hannocapito e analizzato l’opportunità paese e deciso di investire in Serbia
Secondo le ricerche dell’azienda “Ernest and Young” la Serbia è tra i primi cinque paesi più attraenti per gli investimenti esteri”.
Gli investitori esteri inoltre possono fare affidamento su diversi incentivi sia in danaro che in materia fiscale, che in Serbia, non devono superare la metà del valore del investimento.
Queste regole valgono anche in Europa.
“Gli investitori che ricevono le sovvenzioni sono tenuti a mantenere il numero concordato dei dipendenti fino a cinque anni, mentre durante tutto il periodo, il progetto è sottoposto al controllo dello Stato”,
ha concluso Miloradovic.